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Per non disperderci nell'universo delle nostre tradizioni, che affondano le radici nella remota civiltà contadina della Valle del Sarno, ci si è limitati ad una festa emblematica, che si svolge a Bagni, una località agricola del nostro comune. 
Sulla danza delle stagioni che si susseguono, quando nei campi i raccolti risplendono in un'orgia di colori, la primavera fiorisce e una dolce pausa interrompe le fatiche, nelle masserie si canta e si danza a ritmo di "tammorra" e "castagnette" (tamburo e nacchere).
Scritti antichi ci riportano ai festeggiamenti per i quali la plebe rurale traeva ispirazione dalle "Feste Ilarie", che celebravano la morte e resurrezione di Attis. 

Era questo nell'antichità pagana il dio della natura che si rinasce.1l mito ne racconta come di un fanciullo di straordinaria bellezza amato dalla dea Cibele che per gelosia lo fece impazzire e ne causò la morte.Poi pentitasi lo trasformò in pino e istituì una festa orgiastica in suo onore durante la quale i sacerdoti emettendo urla , al suono di cembali, tamburi e flauti celebravano il ritrovamento del giovane. Festeggiamenti quindi per l'alterna vicenda della natura che fiorisce a nuova vita.
Morte e vita, nel mondo rurale si identificano: dalla morte del seme ne consegue la nascita della pianta. Altro elemento di vita è l'acqua.

Su queste premesse si innesta il rito religioso che nei giorni della festa dell'Ascensione, sulla Statale 18, nei pressi del seicentesco Santuario, si celebra in onore della Madonna dei Bagni. La festa, secondo autorevoli studiosi, rientra nel culto delle "Sette Madonne" in Campania.
Manifestazioni di fede cristiana e paganesimo, s'intrecciano in un perfetto sincretismo religioso.

"'O FUOSSO 'E VAGNE" 
A Bagni, oltre al Santuario di S. Maria Incoronata dei Bagni, poco lontano, vi è una fonte ('o fuosso) che contiene l'acqua ritenuta miracolosa; dove una vecchietta intinge una penna di gallina nell'olio santo, unge e benedice la gente.

 Altre pecularietà del "fosso" sono: la camomilla, i papaveri e "'o Vacille cu' 'e rrose", bacinella con: petali di rose maggiaiole che vengono, secondo la leggenda, benedetti da un " Angelo" che passa nei campi la notte precedente l' Ascensione, donando ai fiori tipici della festa proprietà taumaturgiche e purificatorie.
"'O CARRETTONE ' E VAGNE" Anticamente i signorotti del napoletano raggiungevano Bagni con il "Bleak", vettura di lusso trainata da cavalli dove prende- vano posto le " maeste ncannaccate", signore con vistosi gioielli al collo. 

I contadini invece si servivano dei comuni carretti che per 1 'occasione "annoccavano" (addobbavano) con fronde e fiori di carta velina, per copertura, come riparo dal sole, venivano sistemate delle lenzuola. Da tali carretti deriva il nome " 'O Carrettone 'e Vagne ". Tale mezzo di viaggio, la cui ultima apparizione risaliva allontano 1954, è stato mio oggetto di studio e riproposto, nel pieno rispetto dell'antica tradizione, dal 1982 al 1987, fino a quando la festa non ha subito un processo di trasformazione con l' immissione di elementi spurii che non hanno nessuna congruenza culturale-antropologica con la memoria autentica. 

Il "Carrettone" era preceduto, nel suo "viaggio", da un folto gruppo di ragazzi che indossavano "antrite", collane di noccioline e castagne e che "guidavano" il tipico "chirchio", cerchio di bicicletta o di botte, anch'esso "annoccato" con fiori di carta, penna di gallina e immaginetta della Madonna.
La Festa della Madonna dei Bagni conserva oggi il suo fascino in ragione delle esibizioni spontanee della gente che rimane protagonista autentica quando accompagnandosi con le inseparabili "castagnette" si disinibisce e si esprime a lungo in una frenetica "tammurriata" collettiva.
Giuseppe Dionisio


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